Breve storia del libro antico

La storia del libro antico nasce nei scriptoria medievali, tra pergamene, miniature e legature artigianali, e prosegue con l’arrivo della carta e delle prime stampe xilografiche.
A Magonza, nel 1455, Johannes Gutenberg perfeziona poi la stampa a caratteri mobili: lega piombo-stagno-antimonio, inchiostri oleosi e pressa a vite. La Bibbia a 42 linee fissa così standard di tiratura; rubriche e capilettera uniscono manus e tipografia. La diffusione è rapidissima in tutta Europa e l’innovazione dei caratteri mobili apre la stagione degli incunaboli: frontespizi essenziali, ampi margini, rubricature a mano e colophon che raccontano officina, luogo e data. Le grandi piazze librarie di Venezia, Parigi, Lione, Basilea, Anversa orchestrano reti di tipografi, correttori e librai che alimentano la circolazione europea della conoscenza.
Nel Cinquecento la pagina si fa più elegante ed efficiente. Le Aldine introducono formati portatili in ottavo, corsivo di Francesco Griffo e un’idea moderna di collana; le officine Giolito, Estienne, Plantin curano apparati filologici, indici e tavole che guidano lo studio. Il Seicento predilige manuali e testi di pronta consultazione, con piccoli formati elzeviriani che favoriscono viaggi e studio privato. Nel Settecento la tipografia raggiunge un equilibrio esemplare: Bodoni e Didot fissano canoni di chiarezza, proporzione e qualità dei materiali. L’Ottocento apre alla meccanizzazione, alle grandi tirature e alle prime collane popolari, con un panorama editoriale ampio e stratificato.
Ogni fase lascia tracce materiali che guidano il riconoscimento: filigrane e carte, fonderie di caratteri, marche e fregi, registri e segnature, legature coeve in pelle o pergamena, tavole calcografiche o xilografiche, note di possesso e provenienze illustri. Queste evidenze intrecciano valore storico (contesto, autori, scuole), valore collezionistico (completezza degli apparati, qualità della copia, rarità di tiratura) e valore economico (domanda per autore o disciplina, stato di conservazione, passaggi in asta). Una biblioteca ben impostata racconta la nascita dell’editoria moderna e offre strumenti attuali per studio, esposizione e divulgazione.
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